Monday, October 5, 2009
Charles Hall Grandgent e le reconstruction del lingua popular del romanos durante le epocha de Augusto, quando comenciava le imperio roman
(Languages of this post: Interlingua, Italian, English)
Secundo le studentes de pre-historia del civilisation europee, le puncto de vista prevalente dice que 3.500 annos ha passate ab le arrivo in Europa de un unda migratori de populos parlante Proto-Indo-Europeo (PIE). Ubi era lor “ur-heimat” o patria original non es certe.
Un altere puncto de vista, le theoria del “Continuitate Paleolithic”, propone que le linguas PIE arrivava in Europa ab Africa multo antea, usque a vinte-milles annos antea, e lor parlatores se establiva solmente in le costas meridional del Europa, le sol area europee que non era coperte per glacie. Alcunes de iste populos migrava a nord lentemente sequente le retraite del glacieros al fin del ultime glaciationes. Alteres remaneva in le costas de lor nascientia.
Studios genetic demonstra que 80 percento de europeos condivide le mesme “marcas genetic” de DNA non solmente intra illos, ma anque con le populationes prehistoric europee e que differentiation, indicante separation o isolation, corresponde non solmente a areas occupate per differente familias del PIE, ma anque a specific civilisationes prehistoric coperiente le mesme areas.
Iste theoria propone anque que PIE era le lingua original del Cro-magnons, del familia “Homo sapiens sapiens”, qui dava a nos le bellissime grottas pincte in le sud de Francia e, in minor numero, in Italia, Espania e le peninsula balcanic.
Iste lingua esseva multo conservative e cambiava multo lentemente in le areas original ubi on lo parlava, ma plus rapidemente intra le population nomadic que sequeva le glacieros.
Pro informationes ulterior sur iste theorias, si vos los trova interessante, io recommenda iste duo sitos:
http://www.continuitas.com/index.html
e
http://en.wikipedia.org/wiki/Paleolithic_Continuity_Theory
Il es certe que le familia italic de PIE es multo conservative e in multe casos lo que on considera prototypos de PIE es ancora incontrate in le italiano moderne. Tal parolas sembla de non haber cambiate in milles de annos. Alcun exemplos es “morbo”, “nauta”, “aquila (akwila)”, “aqua (akwa)” e “candela (kandela)”. Un grande numero de prototypos, que son pur PIE, entrava interlingua, ab su base anglo-romanic, invariate.
Il es dunque non surprendente que un aspecto multo conservative characterisava anque le transition ab le latino classic al proto-italiano durante plus de mille annos. Le latino vulgar (characterisate per le disparition de declensions nominal, per le apparition de conjugationes con verbos auxiliar e un augmentante rolo pro le sequentia de parolas in le grammatica de iste lingua) non cessava de evolver usque al epocha de Sancte Francesco (circa 1200). Iste evolution era completate per Dante.
Le professor Charles Hall Grandgent publicava in 1951 un tentativa de recrear le dialecto latin parlate in Roma al epocha del imperator Augusto. Con le adjuta de linguistas moderne io recreava le proto-italiano del anno 1000 e traduceva le original in italiano. Ecce le prime paragraphos in le tres versiones:
(1) Version de Grandgent, Anno 1:
Unus certus *homo *habebat una bella villa, con una casa, multa terra, et multas bestias. Mais non erat bonus ille homo, antiies erat multo malus. Semper male tractabat illas bestias, nec dabat illeis (ad) satis cibu nec aqua. Ille bestie non erant contente.
(2) Version mie, Anno 1000:
Uno certo homo habebat una bella villa, con una casa, multa terra et multas bestias. Mais kello homo non erat bono, in vice erat multo malo. Sempre male tractabat las bestias et ilis non dabat satis cibo et aqua. Le bestie non erant contente.
(3) Version in italiano moderne, Anno 2000:
Un (cert’) uomo aveva una bella fattoria con una villa, molta terra e molto bestiame. Ma quell’uomo non era buono, anzi era molto malvagio. Trattava sempre male le bestie e non dava loro abbastanza cibo ed acqua. Le bestie non erano contente.
Le facto que Dante completava solitarimente in vinti annos un curso de evolution durate plus de mille annos es extrememnte surprendente, lo que non es surprendente es que le lingua italian non ha cambiate significativemente in le septe-cento annos sequente.
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Charles Hall Grandgent e la ricostruzione del linguaggio popolare dei romani durante il tempo di Augusto, quando l’Impero Romano cominciò
Di Bruno Zani
Secondo gli studiosi del periodo preistorico della civiltà europea, il punto di vista prevalente afferma che 3.500 anni sono passati dall’arrivo in Europa di una ondata migratoria di persone che parlavano Proto Indo-Europeo (PIE). Non si sa con certezza dove si trovasse la loro “Ur-Heimat” o patria.
Un altro punto di vista, la teoria della “continuità paleolitica”, sostiene che le lingue PIE arrivarono in Europa dall’Africa molto tempo prima, forse ventimila anni prima, e i loro parlanti si stabilirono solo sulle coste meridionali dell’Europa, l’unica area europea che non era coperta da ghiaccio. Alcune di queste persone migrarono verso il nord, seguendo lentamente il ritiro dei ghiacciai verso la fine dell’ultima glaciazione. Altri rimasero sulle coste dove erano nati.
Studi genetici indicano che l’ottanta per cento della popolazione dell’Europa condivide gli stessi marcatori genetici di DNA, non solo tra di loro, ma anche con le popolazioni europee preistoriche e che differenziazione, indicante separazione o isolamento, corrisponde alle aree occupate non solo da famiglie diverse di PIE ma anche a specifiche civiltà preistoriche coprenti le stesse aree.
Questa teoria propone che PIE era la lingua originale del Cro-Magnon, della famiglia “Homo sapiens sapiens”, che ci ha dato le bellissime grotte dipinte nel sud della Francia e, in minor numero, in Italia, Spagna, e la penisola Balcanica.
Questa lingua era molto conservatrice e cambiò molto lentamente nelle zone di origine in cui era parlata e più rapidamente tra la popolazioni nomadi che seguivano i ghiacciai.
Se siete interessati a ulteriori informazioni su queste teorie, vi consiglio questi due siti:
http://www.continuitas.com/index.html
e
http://en.wikipedia.org/wiki/Paleolithic_Continuity_Theory
È certo che la famiglia italica di PIE sia molto conservatrice e in molti casi è ancora possibile ritrovare in italiano moderno quelli che sono considerati prototipi di PIE. Tali parole sembrano di non aver cambiato molto in migliaia di anni. Alcuni esempi sono “morbo”, “nauta”, “Aquila (akwila)”, “Aqua (Akwa)”, e “Candela (kandela)”. Un gran numero di prototipi, che sono pure forme di PIE, entrarono invariati in Interlingua dalla sua base anglo – Romanza.
Non è quindi sorprendente che un grande conservatismo caratterizzò anche il passaggio dal latino classico al proto-italiano per più di mille anni. Il latino volgare (caratterizzato dalla scomparsa della declinazione del sostantivo, la comparsa della coniugazione con tempi composti e verbi ausiliari, e un ruolo crescente per l’ordine delle parole) non si fermò nella sua evoluzione fino ai tempi di san Francesco d’Assisi (circa 1200). Dante completo questa evoluzione.
Il professor Charles Hall Grandgent pubblicò nel 1951 un tentativo di ricreare il dialetto latino parlato a Roma al tempo dell’imperatore Augusto. Con l’aiuto di linguisti moderni, ho ricreato il proto-italiano dell’anno 1000. Qui è il primo paragrafo nelle tre versioni:
(1) Versione di Grandgent, Anno 1:
Unus certus homo habebat una bella villa, con una casa, multa terra, et multas bestias. Mais non erat bonus ille homo, antiies erat multo malus. Semper male tractabat illas bestias, nec dabat illeis (ad) satis cibu nec aqua. Ille bestie non erant contente.
(2) La mia versione dell’anno 1000:
Uno certo homo habebat una bella villa, con una casa, multa terra et multas bestias. Mais kello homo non erat bono, in vice erat multo malo. Sempre male tractabat las bestias et lis non dabat satis cibo et aqua. Le bestie non erant contente.
(3) Versione in italiano moderno, Anno 2000:
Un (cert’) uomo aveva una bella fattoria con una villa, molta terra e molto bestiame. Ma quell’uomo non era buono, anzi era molto malvagio. Trattava sempre male le bestie e non dava loro abbastanza cibo ed acqua. Le bestie non erano contente.
Il fatto che Dante completò da solo in venti anni un corso di evoluzione durante più di mille anni è molto sorprendente. Ciò che non è sorprendente è che la lingua italiana non abbia cambiato sostanzialmente nei settecento anni successivi.
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Charles Hall Grandgent and the Reconstruction of the Popular Language of the Romans during the time of Augustus, when the Roman Empire began
By Bruno Zani
According to students of the prehistoric period of European Civilization, the prevailing point of view says that 3,500 years have gone by since the arrival in Europe of a migratory wave of people speaking Proto Indo-European (PIE). It is not known for certain where their “Ur Heimat” or fatherland is located.
Another point of view, the theory of “paleolithic continuity,” maintains that the PIE languages arrived in Europe from Africa a long time previously, perhaps twenty thousand years ago, and their speakers established themselves only on the southern coasts of Europe, the only European area that was not covered with ice. Some of these people migrated toward the north, slowly following the retreat of the glaciers at the end of the final glaciations. Others remained on the coasts where they were born.
Genetic studies show that eighty percent of the population of Europe share the same genetic DNA markers not only between them but also with the prehistoric populations of Europe and that markers indicating differentiation or isolation correspond not only to areas occupied by different families of PIE, but also to specific prehistoric civilizations covering the same areas.
This theory proposes that PIE was also the original language of the Cro-magnons, of the family “Homo sapiens sapiens,” who gave us the very beautiful painted caves in the south of France and, in smaller numbers, in Italy, Spain, and the Balcan peninsula.
This language was very conservative and changed very slowly in the original areas where it was spoken, but more rapidly within the nomadic population that followed the glaciers.
For more information about these theories, if you find them interesting, I recommend these two sites:
http://www.continuitas.com/index.html
and
http://en.wikipedia.org/wiki/Paleolithic_Continuity_Theory
It is certain that the Italic family of PIE is very conservative and in many cases what are considered prototypes of PIE can still be found in modern Italian. Such words don’t seem to have changed much in thousands of years. Some examples are “morbo,” “nauta,” “aquila (akwila),” “aqua (akwa),” and “candela (kandela).” A large number of prototypes that are pure PIE came unchanged into Interlingua from its Anglo-Romance base.
It is thus not surprising that great conservatism also characterized the transition from classical Latin to proto-Italian for more than a thousand years. Vulgar Latin (characterized by the disappearance of noun declensions, the appearance of conjugations with auxiliary verbs, and an increasing role for word order in the grammar of these languages) did not stop evolving up to the time of Saint Francis of Assisi (around 1200). Dante completed this evolution.
Professor Charles Hall Grandgent published in 1951 an attempt to recreate the Latin dialect spoken in Rome at the time of the Emperor Augustus. With the help of modern linguists, I have recreated the proto-Italian of the year 1000. Here are the first paragraphs in three versions:
(1) Grandgent’s Version in the year 1:
Unus certus *homo *habebat una bella villa, con una casa, multa terra, et multas bestias. Mais non erat bonus ille homo, antiies erat multo malus. Semper male tractabat illas bestias, nec dabat illeis (ad) satis cibu nec aqua. Ille bestie non erant contente.
(2) My Version in the Year 1000:
Uno certo homo habebat una bella villa, con una casa, multa terra et multas bestias. Mais kello homo non erat bono, in vice erat multo malo. Sempre male tractabat las bestias et lis non dabat satis cibo et aqua. Le bestie non erant contente.
(3) The Modern Italian Version in the Year 2000:
Un (cert’) uomo aveva una bella fattoria con una villa, molta terra e molto bestiame. Ma quell’uomo non era buono, anzi era molto malvagio. Trattava sempre male le bestie e non dava loro abbastanza cibo ed acqua. Le bestie non erano contente.
The fact that Dante finished by himself in twenty years a course of evolution lasting more than a thousand years is extremely surprising. What is not surprising is that the Italian language has not significantly changed in the seven hundred years coming afterward.
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